31 marzo 2011

Intervista a Bianca Bracci Torsi.

"Torino era imbandierata di tricolori", ma stavolta non le hanno dato troppo fastidio. Fin da ragazzina preferiva la bandiera rossa. Ma in questi giorni ha interpretato quell'impavesamento come una risposta alla Lega. Dell'Unità d'Italia le piace pensare che la Resistenza l'abbia riscattata dal fascismo e che oggi debba essere salvaguardata dal secessionismo strisciante.
A Torino, Bianca Bracci Torsi c'è andata come delegata della sezione romana Villaggio globale, al congresso nazionale dell'Anpi, l'associazione dei partigiani in cui la responsabile Antifascismo di Rifondazione comunista (nel comitato direttivo, tra gli altri, è stata eletta Lidia Menapace), è consigliere nazionale.
Ecco un'altra cartolina di Bianca da Torino: la standing ovation, l'unica del congresso per l'intervento di Massimo Rendina, presidente dell'Anpi di Roma ma all'epoca comandante della Brigata Garibaldi in Piemonte. "E' stato riconosciuto come il liberatore di Torino grazie alla disobbedienza all'ordine degli Alleati di aspettarli. Ma bisognava salvare i gappisti che, con lo sciopero del 18 aprile del '45, erano ormai scoperti. E c'era da salvare la Fiat dalle mine naziste. Se qualcuno se lo fosse ricordato prima forse Marchionne non avrebbe fatto quello scempio dei diritti dei lavoratori".
Come ha reagito il congresso all'ennesimo vento di guerra, quello che sta soffiando sulla Libia?
Ha reagito senza se e senza ma. E' stato votato all'unanimità l'ordine del giorno che ribadisce l'articolo 11 della Costituzione, che chiede lo stop ai bombardamenti e a qualunque tipo di intervento armato. Inoltre, il documento finale è esplicito quando chiede di favorire il ritorno dei "nostri" ragazzi dalle missioni di guerra e di tagliare le spese militari.
Do i numeri: 345 delegati per 120mila iscritti, 15mila in più nel 2011, 50mila fans su facebook. L'Anpi, sta cambiando.
Sì è cresciuta, non è più un'associazione solo combattentistica. Dal 2006, non solo per ragioni anagrafiche, ha aperto ai giovani e alle donne, intendendo per giovani tutti gli antifascisti che non hanno potuto fare la Resistenza. E' stato un congresso vero, il nostro, con un dibattito forte e civile da cui emerge un ruolo dell'Anpi come promotore di una nuova resistenza che raccoglie le sue forze nell'antifascismo militante che oggi si esprime nei partiti di sinistra ma anche largamente in nuove forze che magari quei partiti li criticano pur riconoscendo che esista più di un rischio per la democrazia: il suo nome è fascismo, al di là della riverniciatura e delle rivisitazioni.
Chi c'è oggi assieme ai vecchi partigiani?
Nell'Anpi ci sono cittadini democratici, i comunisti e anche attivisti di centri sociali, studenti dei collettivi, esponenti di associazioni coi quali molti di noi non hanno in comune storie e modalità di azione. Ma questo nel '43 non ha impedito l'unione del Cln. Io stessa mi sento più vicina a un gruppo anarchico piuttosto che ai liberali o ai monarchici che nel '43 erano con noi.
E' vero, s'era notato un nuovo attivismo attorno all'associazione dei partigiani, in controtendenza con la crisi dei partiti storici della sinsitra. Non temi che possa esserci il rischio che qualcuno veda nell'Anpi la destinataria di una sorta di supplenza della politica?
C'è stato dibattito attorno a una tesi di destra, ossia quella secondo cui i partiti non servono più, che la politica vera sia quella fatta fuori da essi. Una critica che non viene solo dai giovani più inesperti. Credo che i partiti non sono alternativi ma necessari alle aggregazioni varie. Ricordiamoci che l'antipartitismo è tipico dei fascismi.
Su cosa è avvenuto il confronto politico più intenso?
Si partiva da un documento che in molti abbiamo ritenuto blando e generico, ossia facilmente interpretabile per tutti i gusti. A partire dai congressi di sezione, e via via fino a Torino, c'è stato un lavoro diffuso che ha portato a chiarirlo e arricchirlo, renderlo più netto. Uno dei nodi era l'analisi
della destra alla luce delle sue recenti divisioni e il rischio che non fosse evidente il fatto che le destre italiane siano prive di ogni cultura democratica e antifascista. Prova ne sono i legami con formazioni dichiaratamente neofasciste. Altro terreno di confronto è stato sulla necessità di attuare la Costituzione, non solo di assumersi la salvaguardia dei principi.
Ecco, quali sono i compiti che s'è data l'Anpi?
Innanzitutto quello di mantenere vive la conoscenza e la condivisione dell'antifascismo e la consocenza di quello che è stato tutto il fascismo. Diversi delegati, molti di radici slovene, hanno sollevato il dramma dell'occupazione in Jugoslavia a partire dagli anni '20 contro il revisionismo implicito in quella celebrazione dell'orgoglio fascista che è la Giornata della memoria delle foibe. Il dibattito ha riscontrato che il nemico non marcia solo tra le forze esplicitamente neonaziste e neofasciste, presenti in tutta Europa, ma in ogni proposta e iniziativa che riproponga elementi di fascismo come il corporativismo di cui è portatore Marchionne. Nostro compito sarà anche quello di individuare gli aspetti più nascosti di questo ritorno. Quando si va nelle scuole bisognerà parlare dell'intero periodo fascista. Oltre all'impegno contro la campagna reviosionista - con l'attacco alla resistenza che passa per i ripetuti tentativi di equiparare repubblichini e partigiani, per la riscrittura della toponomastica e per il degrado di luoghi storici della Resistenza - servono azioni concrete contro la semischiavitù del lavoro, contro i centri di detenzione oggi inaccettabili e da chiudere. Dobbiamo lottare per abolire il reato di clandestinità, contro il secessionismo leghista e i tagli al welfare.


di Checchino Antonini su Liberazione (29/03/2011)

Forza e debolezza dell'ANPI. XV Congresso.

Dal sito di Resistenze: http://www.resistenze.org/sito/te/cu/an/cuanbc30-008662.htm
Un articolo sul congresso Nazionale dell'ANPI a Torino.


www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - antifascismo - 

30-03-11 - n. 357
Forza e debolezza dell’ANPI al XV congresso
di Tiziano Tussi
30/03/2011

Si è concluso domenica a Torino il XV congresso dell’ANPI. Un congresso lungo, iniziato giovedì al teatro Carignano, con l’apertura ufficiale, messaggi augurali, anche dal Presidente della Repubblica, intervento delle autorità. Poi due giorni intensi di dibattito e conclusioni con le votazioni degli organi dirigenti e documenti vari, domenica mattina.
Cercherò di riassumere punti di forza e di debolezza del congresso stesso per facilitare la comprensione dell'avvenimento.
Punti di forza:
- un aumento molto forte delle iscrizioni. Un dato oramai tra i 130 ed i 140 mila iscritti. Un segnale inequivocabile dell’attenzione che l’Associazione riesce sempre a suscitare tra diverse anime della società italiana per fasce d’età: donne e giovani in particolare.
- un radicamento nazionale: in tutte le 110 dieci province si sono aperte sedi ANPI, anche laddove la Resistenza non è avvenuta. Buona parte del Meridione e delle isole. Questo dato, assieme al precedente mostra un grumo di nuove richieste politiche verso l’Associazione, per l’oggi.
- un lavoro di base molto ricco. Non tutte le province e/o sezioni dell’ANPI lavorano bene, ma prese nella loro totalità vi sono moltissime attività che vengono svolte in modo egregio: pubblicazioni di libri, giornali locali in tirature anche alte. Tale lavoro è a volte fatto in autonomia cercando di portare avanti temi che, a volte, direttamente, con la Resistenza poco hanno a che fare, quali i prossimi referendum che trattano tematiche diverse da quelle usuali per l’ANPI. Temi di attualità, quali quelli sul lavoro, vanno in questo senso. Quindi buona vitalità e partecipazione alle problematiche contemporanee.
Punti di debolezza
- a fronte di una buona capacità di movimento possiamo osservare un livello dirigenziale che non sempre riesce a cogliere tali potenzialità. Oppure le coglie solo parzialmente o ne é sospettoso. In fondo dalla dirigenza ANPI viene una prassi politica di moderazione che a fronte delle richieste sempre più pressanti che sorgono dalla società e dalla base dell’Associazione tende a rintanarsi per sfuggire a pericoli che di reale hanno ben poco – il rischio dell’estremismo, presente in termini minimali tra gli iscritti. Un abito politico collaudato e consolatorio: un abito frustro e/o moderato.
- poca duttilità nell’usare gli strumenti di divulgazione interni. Poca attenzione ai mezzi d’informazione e propaganda – rivista, sito – non riconoscendo negli stessi un valore essenziale per l’ANPI, non riuscendo a capire che l’informazione si ha tramite strumenti reali che vanno usati, potenziati e resi sempre più funzionali agli scopi che l’ANPI dice di prefiggersi.
- una deriva pericolosa per la specificità dell’Associazione, è quella che vede inserirsi al suo interno sempre più, un ceto che viene dalla politica, dal sindacalismo o dall’associativismo che, per motivi diversi, ha deciso che l’ANPI, in quanto serbatoio di iscritti e quindi di ipotetici votanti di sinistra, meriti più attenzione tanto da farsi cooptare a livello dirigenziale. Basti scorrere l’elenco dei nomi del novello Comitato nazionale per accorgersene. Per ora pochi, rispetto alla maggioranza dei componenti di tali organismi, ma abbastanza da fare scattare un sospetto di tale tipo. La sponda interna del duopolio PD-SEL è ben disposta ad accettare buoni dirigenti che improvvisamente si presentano alla porta delle responsabilità nazionali.
- si corre perciò il rischio di usare i giovani che sono entrati nell’organismo dirigente come un abbellimento di un progetto di surrogazione ad un gioco partitico scoperto e perdente sulla base dei risultati di questi ultimi vent’anni circa dall’abbattimento del muro di Berlino.
In definitiva: una strada innovativa nei dati quantitativi che viene aggredita dal solito vecchio modo di fare politica. Starà ai nuovi dirigenti nazionali ed a tutti i nuovi iscritti individuare tale limite mortale per l’ANPI e rintuzzare un esito definitivo. Vi sono numerose questioni aperte sia di ordine interno che esterno a cui l’ANPI dovrà fare fronte nei prossimi anni. Se riuscirà a salvaguardare il suo assetto di luogo di confronto e discussione ma, ancora di più, ed è questo l’aspetto più difficile da affrontare, di proposta politica multipla e generalizzata ai temi del vivere civile attuale, proseguendo in un metodo di lavoro democratico potrà svolgere un ruolo importante per il Paese, esportabile ed usabile anche nei partiti della sinistra che sono arrivati ora ad una forma asfittica di lavoro. Dato che l’ANPI è in espansione dovrà fare di tutto per non fermare tale evoluzione positiva, rigettando il ruolo di preda da caccia da parte degli appetiti di altra forma e natura; da parte di una sinistra nella quale generali senza esercito e sempre perdenti non sanno più dove girare la propria testa politica.

ANPI Senigallia.

ritrova il portafoglio grazie alla tessera ANPI...

Una  Notizia Curiosa...
"Caro Ivano, volevo segnalarti il seguente episodio accadutomi martedì 29 u.s. Al mercato di v.le Papiniano qui in Milano. Mi hanno rubato/ho perso il portafoglio, dopo essere tornata a casa e aver bloccato bancomat, carta dei servizi ecc... mi telefona una signora, che abita alla Barona e mi dice che ha trovato il mio portafoglio, ha visto che dentro c'era la tessera ANPI barona e che lei è amica di tale Silvana e che a volte è stata a qualche iniziativa della nostra sezione, insomma è riuscita a scovarmi e me l'ha restituito assolutamente intonso: non mancava neanche un centesimo. Ero incredula, in questo paese, dove di legale ci hanno lasciato solo l'ora, possiamo invece dire che alla Barona vive gente onesta e che avere nel portafoglio una tessera ANPI, in caso di smarrimento/furto  può essere un buon motivo per farselo restituire! Volevo ringraziare pubblicamente i signori Francese/Lamanna per il loro gesto che nella sua semplicità ed onestà riconcilia noi cittadini: non sempre l'appartenenza a questa nazione è una vergogna!!
Un abbraccio.  Ivana. "

30 marzo 2011

Pietro Gori. Nostra patria è il mondo intero.

L\'Anpi di Rimini insieme a Centro Studi Libertari Francolini e l\'osteria Harissa ricorda la figura del grande pensatore e poeta anarchico Pietro Gori nelò centenario della sua morte. L\'iniziativa dal titolo "NOSTRA PATRIA E\' IL MONDO INTERO ANARCHIA RESISTENZA ANTIFASCISMO" vuole ricordare, anche attraverso i suoi scritti e i suoi versi, questa significativa figura del movimento anarchico  e allo stesso tempo ricordare il contributo dei libertari nella lotta al fascismo e durante la Resistenza. Dopo l\'incontro seguirà una cena a tema, a concludere la giornata si terrà il concerto della Banda dei Disertori.

DOMENICA 3 APRILE 2011
hosteria Harissa - via Tonini 16/a Rimini

PIETRO GORI: NOSTRA PATRIA È IL MONDO INTERO
centenario della morte 1911 - 2011
anarchia resistenza antifascismo

17,30
Pietro Gori: pensieri ribelli
Massimo Ortalli Archivio Storico della Federazione Anarchica Italiana
Gli anarchici e il primo antifascismo
Marco Rossi ricercatore sociale
Bella Ciao 1964, verso le radici della canzone di protesta
Emiliano Visconti studioso di popular music

a seguire CENA LIBERTARIA
per prenotazioni 0541 25830
entro venerdì 1 aprile

ore 21,30
Con lo sguardo rivolto all\'aurora
Banda dei Disertori in concerto


ANPI Bergamo - La Banda Turani.

ANPI - Emergency. 2 aprile.

la strage di Fragheto.

28 marzo 2011

Cambierà.? Certo che cambierà.!


Aula Consiliare Comune di Milano - 21 marzo.

Riceviamo e con molta felicità pubblichiamo:

Carissime/i, 
Nella mia posizione capita, purtroppo molto raramente, di ricevere dei regali positivi, anomali rispetto alla paccottiglia avvolgente che tutti riversano sui Consiglieri. 
Come sapete, spesso mi è capitato di inviarvi i miei interventi in Articolo 21, cioè quegli Interventi  in cinque minuti, fatti in apertura di seduta, dove si segnalano e commentano i fatti più importanti della cronaca. 
Bene, volevo commentare, in apertura della seduta del 21 marzo, l'ennesimo increscioso episodio di revisionismo accaduto in zona 8, dove la maggioranza ha imposto la decisione di ricordare con una Targa Luisa Ferida. 
Non atto di Pietà umana ma lucido e volgare atto di revisionismo, del tutto inaccettabile. 
Ad aiutare il mio intervento è arrivata una poesia di Ivano Tajetti, Segretario della Sezione ANPI Barona. Un vero e proprio Atto d'amore per la città che ho letto in Aula, fra lo stupore sbigottito dei colleghi di centrodestra (Rizzati si dà alla Poesia) e gli applausi dei colleghi di centrosinistra. 
Ringrazio ancora Ivano e vi dedico questa Poesia. 

Un abbraccio 
Francesco Rizzati 

Presidente del Gruppo Consiliare Comunisti Italiani – Federazione della Sinistra 
Via T. Marino, n. 7 
e- mail: francesco.rizzati@comune.milano.it 
               gc.comunistiitaliani@comune.milano.it 








ANPI Campania. ANPI Salerno.

23 marzo 2011

Congresso Nazionale ANPI...

24 - 27 Marzo a Torino il XV Congresso Nazionale ANPI.
Sul sito dell'Anpi nazionale sarà possibile seguire in streaming l'intero congresso.
http://www.anpi.it/
Partigiani... Antifascisti... 
Auguri. Che il nostro congresso sia la Primavera che avanza...
Gli alberi cominciano a mettere le foglie.














ANPI Mediglia

22 marzo 2011

Libia: un intervento nei limiti ONU.


Dichiarazione di Raimondo Ricci, Presidente Nazionale dell'ANPI
“L’ANPI, in relazione agli eventi tragici che in questo momento stanno colpendo la Libia e alle iniziative militari in corso, rifiuta il ricorso alla guerra in ogni forma, quale modalità di soluzione delle controversie internazionali”. 
La posizione dell’Associazione Partigiani è stata ribadita dal presidente nazionale Raimondo Ricci in una dichiarazione in cui si sottolinea tuttavia che “in considerazione della risoluzione adottata dall’ONU che ha giustificato l’intervento militare limitato esclusivamente alla difesa delle popolazioni  in rivolta contro un potere assoluto e dittatoriale che le sta massacrando,  sia da condividere il suddetto intervento nei limiti e con le finalità espressamente e specificamente approvate dal Consiglio di sicurezza dell’ONU”.
“L’ANPI - ha inoltre aggiunto Raimondo Ricci - invita i governi dei Paesi che hanno posto a disposizione le proprie forze militari, ad attuare gli interventi nel più rigoroso rispetto della risoluzione ONU e con la precipua e fondamentale attenzione alla tutela della vita e della integrità delle popolazioni nella speranza che le ragioni del buon senso e dell’equilibrio consentano al più presto di convenire tutte le parti al tavolo delle trattative”.

21 marzo 2011

ANPI Regione Lombardia.

Pizzinato furioso" offesa alla città di Milano capitale della Resistenza” 
La Repubblica 20 marzo 2011 — pagina 1 sezione: MILANO
NON crede sue orecchie, Antonio Pizzinato, presidente regionale dell'Anpi, quando gli dicono che davanti a Palazzo Marino ci sono le insegne della X Mas mentre si intona l'inno di Mameli per l'inizio di un convegno sui 150 anni dell'Unità d'Italia. «GLI stendardi e i reduci della brigata fascista in Comune? È una ferita insanabile e un'offesa alla città di Milano, capitale della Resistenza». È incredulo e indignato Antonio Pizzinato, 79 anni, presidente regionale dell'Anpi, l'Associazione nazionale partigiani, nel giorno in cui sfilano davanti al Comune di Milano i vessilli della X Mas, uno spettacolo a cui sperava di non dover mai assistere. Senatore, l'invito alla pacificazione nazionale è venuto anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
«Sì, ma non confondiamo la pacificazione con la rimozione e la cancellazione della storia. Il rispetto è per tutti i morti, ma così si riabilita chi ha ucciso e torturato i combattenti per la libertà del Paese. Come diceva Arrigo Boldrini, il "comandante Bulow", "Noi abbiamo combattuto per la nostra libertà, per quella degli indifferenti e per quella di chi era contrario". Ma non si può parificare gli alleati dei nazisti, né tantomeno onorarli, tanto più quest'anno». Perché? «Perché abbiamo appena festeggiato i 150 anni dell'Unità d'Italia e Milano ha avuto un ruolo determinante in questa storia, a partire dalle Cinque Giornate del '48 fino alla Resistenza nella quale caddero oltre 2800 partigiani - ricordati alla Loggia dei Mercanti e al Campo della Gloria - per non parlare delle migliaia di deportati, degli arrestati, di quelli che fecero gli scioperi del '43 e '44, così come non si possono dimenticare i quindici fucilati dell'agosto '44, dirigenti del comitato clandestino della Falck, della Ercole Marelli e della Borletti. È in memoria di tutta questa gente che la X Mas deve stare lontana da Milano». Eppure il ministro alla Difesa Ignazio La Russa e il sindaco Letizia Moratti non hanno trovato nulla da dire, anzi. «È questa la vergogna maggiore. Che la riabilitazione venga da parte di un ministro della Repubblica italiana che ha giurato fedeltà alla Costituzione, e che lo faccia il sindaco della città Medaglia d'oro della Resistenza. Questa è l'onta indicibile. Ma non si ricordano cosa fece la X Mas all'Albergo Regina? Forse no, visto che il Comune non ha ritenuto nemmeno di mettere una targa a memoria». Lo ricordi lei che cosa succedeva all'Albergo Regina. «Era lì che venivano torturati e uccisi i combattenti per la libertà. Ma la lapide l'hanno dovuta mettere i cittadini perché le istituzioni non l'hanno fatto». Vogliono invece mettere una lapide in memoria di Luisa Ferida... «Quella che stava con i torturatori della repubblica di Salò? Mi sembra incredibile. Non è nemmeno revisionismo, è la cancellazione della storia da parte di alti rappresentanti delle istituzioni nazionali, che dovrebbero esser fedeli alla Costituzione e che invece riabilitano chi diede fuoco a interi paesi per rappresaglia, chi bruciò vive le famiglie dei partigiani e impiccò i combattenti per la libertà». Che cosa si può fare? «Siamo alla vigilia del 25 aprile, io sono molto preoccupato per i segnali che vedo in giro. Ne discuteremo la settimana prossima nel venticinquesimo congresso nazionale dell'Anpi a Torino. Serve un nuovo impegno per far vivere i valori della Resistenza». - ZITA DAZZI

il pane bianco

La giustizia e i cittadini

Milano. Città medaglia d'oro alla Resistenza.

19 marzo 2011

Riflessioni su la storia d'Italia

Valori di solidarietà e Antifascismo nel quartiere di Lambrate.

Forti dell'appoggio di PDL e Lega alla guida del paese, associazioni e gruppi neofascisti sono proliferati negli ultimi anni in Italia aprendo ovunque nuove sedi in particolar modo a Milano. Con un approccio piuttosto subdolo si sono insinuati nel tessuto sociale dichiarandosi apartitici e apolitici, costituendo di fatto le basi per la diffusione di una cultura xenofoba e militarista. Sono nati e hanno preso piede così a Milano, città Medaglia d'Oro della Resistenza, spesso nell'inconsapevolezza e anche nell'indifferenza dei cittadini, gruppi di neofascisti come Forza Nuova e Casapound.
La Zona 3 sembra tra le zone predilette da queste nuove organizzazioni.
In Viale Brianza é stata aperta la sede degli Hammer; in Viale Monza quella di Lealtà e Azione; in Via Boscovich quelle di Destra per Milano e Patria e Libertà; in Via Console Flaminio quella di una sedicente associazione apartitica, Ideopolis (che organizza corsi di paracadutismo) e a ottobre é stata scongiurata l'apertura di una nuova sede di Forza Nuova in Corso Buenos Aires.
Per far sentire la loro voce organizzano iniziative dal sapore nostalgico. La più eclatante quella del 29 aprile dell'anno scorso in ricordo di Sergio Ramelli, una vera e propria parata stile Germania anni Trenta, qualche giorno dopo seguita da un concerto nazirock addirittura patrocinato e finanziato dal Consiglio di Zona 3.
Le iniziative organizzate da questi gruppi, sempre più frequenti, devono essere condannate con forza e laddove vengano comunque svolte, devono essere contrastate da campagne di contro informazione in modo da vanificare la loro potenza propagandista. Zona 3 per la Costituzione e le forze di sinistra della zona hanno organizzato un incontro pubblico sulla presenza di forze neofasciste nel quartiere a confronto con le realtà di solidarietà, integrazione e difesa dei diritti.
Data l'importanza del tema, auspichiamo una partecipazione numerosa.
Zona 3 per la Costituzione.



Milano. Le insegne della Decima Mas in piazza della Scala

Le insegne della brigata fascista presenti al convegno organizzato per i 150 anni dell'Unità
 d'Italia cui hanno partecipato il sindaco Moratti e il ministro della Difesa Ignazio La Russa
Svetta il labaro della Flottiglia Decima Mas in piazza della Scala durante l'esecuzione dell'inno di Mameli. 
I rappresentanti dell'unità speciale hanno partecipato con la loro insegna al convegno organizzato oggi a Palazzo Marino dal consigliere comunale del Pdl, Stefano Di Martino, sul tema "150esimo dell'Unità d'Italia dal Risorgimento alle Missioni di pace".
All'incontro, a cui hanno preso parte anche tutte le altre associazioni di combattenti, sono intervenuti il sindaco, Letizia Moratti, e il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Al primo cittadino è stato consegnato lo storico tricolore rinvenuto nel 1942 durante la campagna di Russia e riportato da un combattente in Italia l'anno successivo, oltre a una targa dell'associazione degli artiglieri.

Sottolineando la necessità di una pacificazione nazionale, il ministro La Russa nel corso del convegno ha citato una massima di Giorgio Almirante, lo storico segretario dell' Msi: "Quando vedi la tua verità fiorire sulle labbra del tuo nemico, devi gioire, perché questo è il segno della vittoria", citazione che è stata accolta da un grande applauso della platea.

 Decisamente critica la posizione del centrosinistra che parla di una grave ferita provocata alla città a poche settimane dalla ricorrenza del 25 aprile. Il numero due del Pd in consiglio provinciale Caputo dichiara : "Il sindaco di Milano, città medaglia d'oro della Resistenza che tanti martiri ha donato per la liberazione del nostro Paese dalla dominazione nazi-fascista, prima tace e non si oppone alla decisione del Consiglio di Zona 8 di dedicare una lapide all'attrice del ventennio Ferida, coinvolta nelle agghiaccianti vicende di Villa Triste, e oggi partecipa ad un convegno a Palazzo Marino in cui sono rappresentati i reduci della Decima Mas e della Repubblica Sociale Italiana.". Proteste anche dall'Anpi, l'associazione nazionale partigiani che nei giorni scorsi aveva preso pubblicamente posizione in particolare contro l'ipotesi di dedicare una lapide alla Ferida.


Repubblica Milano.

ITALIA - don Andrea Gallo

Sentieri Partigiani 2011

18 marzo 2011

Memoria Antifascista


E’ nato “Memoria Antifascista”, un coordinamento che raggruppa, assieme ad altri organismi e persone significative, alcune associazioni fondate per ricordare alcuni giovani uccisi a Milano negli scorsi decenni. Persone che credevano nella democrazia non come valore astratto, ma come base per costruire una società giusta che ponesse al centro lavoro, giustizia, diritti e progresso e che credevano nei valori della Resistenza antifascista che ha ridato dignità all'Italia. Persone come Gaetano Amoroso, Giovanni Ardizzone, Alberto Brasili, Davide Cesare Dax, Roberto Franceschi, Giuseppe Pinelli, Lucca Rossi, Saverio Saltarelli, Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, Claudio Varalli e Giannino Zibecchi.
Tutti caduti per mano dei fascisti o dei corpi dello stato scatenati in selvagge repressioni. Sono morti in quella che è stata a tutti gli effetti, una Nuova Resistenza. Da anni le associazioni tengono viva la memoria di queste persone per trasmettere a tutti, sopratutto ai giovani, i valori che li hanno animati e che ancora oggi rappresentano un patrimonio indispensabile per l'intera società. Ma da tempo nella nostra città viviamo in un clima di negazione di questo patrimonio: da un lato cresce la presenza e l'attività di gruppi dichiaratamente fascisti e nazisti, con sempre più frequenti episodi di squadrismo e di aperta manifestazione ideologica razzista; dall'altro le forze politiche che governano la città offrono copertura politica e organizzativa a questi gruppi e cercano di dare legittimità ai peggiori rottami del neofascismo, arruolandosi anche nella coalizione elettorale. Questa situazione rappresenta un degrado del quadro politico e un insulto alla tradizione e alla realtà democratica e antifascista di Milano che non sono più tollerabili. Crediamo sia necessario avviare una forte azione di comunicazione e di ampia mobilitazione per riportare Milano alle dimensioni che merita: città aperta alla democrazia e a chi lavora per la tolleranza, ma chiusa all'ideologia lugubre del fascismo nelle sue nuove ma sempre vecchie forme. Nei prossimi mesi gli appuntamenti di ricordo dedicati a molti di quei giovani caduti saranno un'occasione per dare ancora più forza a ognuna di queste scadenze "Memoria Antifascista" vuole infatti creare una sensibilizzazione dell'opinione pubblica e una forte mobilitazione nella città, affinché siano chiusi gli spazi di manovra dei gruppi fascisti e le loro sedi e per ridare dignità alle strade di Milano, dove alle lapidi che ricordano i caduti della Resistenza in tanti anni si sono aggiunte quelle dedicate ai giovani antifascisti assassinati.
Gli appuntamenti delle prossime settimane che vedranno "Memoria Antifascista" impegnata assieme alle associazioni sono:
16 marzo ore 20.30 in via Brioschi: iniziativa in ricordi di Davide Cesare "Dax".
18 marzo ore 17 in via Mancinelli: iniziativa in ricordo di Fausto e Iaio.
16 aprile iniziativa in ricordo di Claudio Varalli e Giannino Zibecchi
con tre momenti di presidio: ore 15.30 piazza Cavour, ore 16.30 piazza Santo Stefano, ore 18.30 corso XXII marzo.
29 aprile a Città Studi: iniziativa in ricordo di Gaetano Amoroso.

Questi i promotori di “Memoria antifascista”: 


Amici e compagni di Luca Rossi   www.luca-rossi.it 

Associazione amici e familiari di Fausto e Iaio  www.faustoeiaio.it 

Associazione culturale antifascista Dax 16 marzo 2003  www.daxresiste.org 

Associazione Per non dimenticare Varalli e Zibecchi www.pernondimenticare.com 

Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa  www.ecn.org/ponte 

Osservatorio democratico sulle nuove destre www.osservatoriodemocratico.org

Teatro della cooperativa  www.teatrodellacoperativa.it 

Licia, Claudia e Silvia Pinelli

Rosa Piro, mamma di Dax



Memoria Antifascista - Per info: 3392737441

ANPI Milano - lettera aperta al Sindaco di Milano.

zona 8 Milano. - La destra riabilita la banda Koch

Mentre in Italia si commemora il 150° dell'unità, il consiglio di zona 8 mercoledì 16 marzo 2011, in seconda convocazione (per non avere problemi con il numero legale), è stato convocato per discutere la proposta di intitolazione di una targa in memoria di Luisa Ferida, attrice aderente alla repubblica di Salò e partecipe, con Osvaldo Valenti, alle attività di tortura della famigerata banda Koch all'interno di villa Triste a Milano.
Questo è il testo approvato dalla maggioranza di destra del consiglio di zona, con 13 voti contro 11 dell'opposizione:
"In questo luogo, il 30/4/ 1945 venne assassinata, benchè incinta, LUISA FERIDA, famosa attrice di teatro e di cinema. A lei e a tutte le vittime dell'odio e della violenza causate da ideologie totalitarie e antidemocratiche è dedicata questa targa, affinchè mai più nella storia si ripetano simili nefandezze".
La targa e le motivazioni sono sconcertanti, un insulto alla storia e alla memoria per l'Italia e Milano, un atto gravissimo e di inaudita arroganza e ignoranza, e fascismo,una provocazione che offende tutte le vittime torturate e ammazzate dalla banda Koch, una delle più orrende squadracce del fascismo in Italia.
Milano democratica e antifascista reagisca a questa destra, non si può rimanere indifferenti.
 ANPI  Sezioni  ZONA  OTTO.  
 Comitato ANTIFASCISTA ZONA OTTO. 
 Coordinamento sezioni ANPI Milano zona 6.
 Comitato ANTIFASCISTA per la difesa della Democrazia zona sei. Milano. 

17 marzo 2011

Enrichetta, Ada, Jessica...

Caro Carlo… muoio a poco a poco… solo Silvia mi da la forza di respirare, cerco tra le lacrime le tue mani, le tue labbra, la tua voce. Mi aggrappo con tormento e affanno a visioni e pensieri, la mia mente torna a luoghi e persone che ci hanno visto costruire la nostra vita insieme. Ti rivedo, ragazzino birbante che mi giuravi amore tra fiori profumati, inebrianti di Primavera nella nostra amata Napoli, testardo e ribelle subito cercavi la strada delle armi, la scuola e il collegio militare ti strappavano a sogni e parole segrete, a promesse lievi come il vento salato e leggero che arrivava dalla spuma del mare. Io sola, costretta a un marito che non amavo, a botte e soprusi, segregazione e terrore. Io che non potevo amare ed educare a idee di libertà e giustizia i miei figli. Le tue ferite del 12 ottobre 1846, il tuo sangue che come malta costruiva il muro della nostra splendida avventura. Io che solo con il tuo amore e con la fuga a Livorno e poi a Marsiglia cominciavo a vivere e sempre il vento del mare soffiava sulla nostra unione, vento che si faceva bufera, tempesta, uragano maledetto dai Borboni  che volevano estinguere a tutti i costi, il nostro fuoco d’amore… ma le fiamme anche nelle tristi giornate di Londra e Parigi non potevano mai spegnersi, quante lacrime, quanto dolore, il carcere Francese, la perdita di Carolina, il ricatto e le angosce che giungevano dall’Italia. Ti vedo ora, qui… proprio come fosse ora,  il tuo sorriso, le tue braccia forti che mi stringono prima della partenza per la Legione straniera, il mio triste saluto in quella mattina di freddo, lacrime che si mischiano alla pioggia che scivola  nel mare che spinge la nave verso l’Algeria.
Guerra, guerra, quanta guerra, il Veneto e la Lombardia, gli Austriaci e poi i Francesi, la Repubblica Romana e gli amici, i fratelli dell’amato tricolore, Garibaldi, Saffi, Mameli, Mazzini
La tua prigionia a Sant’Angelo, e il fuoco che mai sopito divampava con ideali che apparivano come sole sull’alba di un nuovo mondo. Quante notti d’amore e avide letture, parole, lettere pensieri dei cari amici, Giuseppe Ferrari, Carlo Cattaneo, Proudhon, Fourier, Bakunin, Herzen, serbo ancor ora qui sul cuore tutte quelle innumerevoli pagine che scrivesti e che con me costruisti con dialogo paziente e continuo, Socialismo, libertà, Repubblica, Anarchia, diritti e giustizia, rivoluzione e pace. La  meravigliosa pace della nostra casa sul colle Albaro presso Genova dopo le lotte di Roma…  Roma bella e perduta dove con le mie mani lavai il sangue a tanti feriti e morti, dove il giorno e la notte non avevano significato per me e per la cara Cristina di Belgiojoso, e dove anch’io conobbi il dare la morte per violenza, per guerra che tutto lacera e distrugge. L’amore per te,  e per l’idee di libertà che ormai pienamente mi pervadevano, e mi trascinavano come fuscello nell’impetuoso vortice che tutta Italia agitava.
La gioia della nascita di Silvia, e il tormento della tua infaticabile e incontrollabile, irrefrenabile costruzione della spedizione nel sud, il mio dolore e l’entusiasmo dei tuoi compagni, Nicola Fabrizi, Luigi Dragone, Giuseppe Fanelli, Nicola Mignogna, Giovan Battista Falcone, e il caro ed amato Giovanni Nicotera.
Quante notti insonni e folli t’ implorai di non partire, di non offrire alla morte la vita di tanti giovani fratelli, la tua vita, non mi apparteneva, tu dicevi, urlavi che era solo dell’Italia, ma io egoista pensavo all’amore, alla nostra figlia.. alla nostra travagliata vita che non poteva non doveva concludersi con simile terribile destino.
Del “Sacrificio senza speranza di premio” ma ora io so che le tue profetiche parole ogni mia ricompensa io la troverò nel fondo della mia coscienza e nell'animo di questi cari e generosi amici... che se il nostro sacrifico non apporta alcun bene all'Italia, sarà almeno una gloria per essa aver prodotto figli che vollero immolarsi al suo avvenire”  tanto servirono per la nostra adorata Patria.
Non voglio, non posso ricordare la notizia della tua morte tra Sapri e Sanza in quel maledetto giorno che tutti, ora spesso mi ricordano con fatti e scritti, 1 luglio 1857.  Non voglio pensare a tutti quelli che tra torture, sevizie e immani dolori ti seguirono nella morte, gridando viva l’Italia.
Io allora non sapevo, come ben so ora, che quella spedizione fallita era un seme profondo per feconda terra Italica, e che da li nasceva nuova stagione, da li il Risorgimento.
Quante volte declamai a Silvia la “Spigolatrice di Sapri”  Quante volte piansi con lei stretta tra le mie braccia, grazie anche a te ora vivo libera nella nostra patria, lavoro  per il suo futuro,  e per il futuro della nostra figlia, ma anche di tutti i figli di questa bella terra. Vivo di ricordi dolorosi e tristi, di viaggi e battaglie, d’amore e morte, ma non dimentico anche attimi di felicità intensa, di progetti e sogni che ora sento realizzati, ti vedo e sento ancora il vento del mare qui sulla baia di Napoli, dove sono tornata, e dove nacque il nostro amore, sento ancora forte e pieno il profumo di fiori rossi e caldi, che ci videro giovani e belli sussurrarci parole segrete d’amore eterno. Ora con il conforto di Garibaldi, Nicotera, Bertani attendo serena di venire di nuovo ad abbracciarti e con te di discutere ancora di pace e libertà per la nostra amata Italia.
A presto mio adorato Carlo.

Enrichetta Di Lorenzo Pisacane.
Napoli.  Marzo 1861.

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Sono qui a piangere come una stupida in questa giornata di primavera, in questa bellissimo maggio Parigino pieno di profumi e colori, anche il cimitero del Père Lachaise mi sembra sereno e quieto sotto questo luminoso sole… eppure il mio cuore s’agita fremente e dolorante qui davanti alla tua tomba mio amato Piero.  I miei pensieri volano come le soffici nubi bianche che veloci passano nel cielo di Parigi… il viaggio che da Torino mi ha portato qui ha riempito i miei occhi di rovine e polvere.. ed ora le mie lacrime vogliono pulire per sempre i miei occhi che tanto sangue, devastazione e violenza hanno visto. Qui sembra tutto tranquillo, ma fuori da queste mura tutto porta ancora i segni di una violenza bestiale e disumana, eppure.. ecco… si sente da lontano una risata squillante e felice, piena di speranza e subito mi rivedo e ti rivedo; giovani di 16 – 17 anni che mano nella mano parlavamo lungo la strada che ci portava al “Gioberti” il nostro liceo, e fu tra quelle mura il nostro primo bacio, le nostre prime promesse, i nostri primi segreti, le nostre prime speranze.
E scrivere, e parlare, era abitudine quotidiana che ci faceva sentire cosa sola, come cosa sola eravamo quando ci sposammo in un'altra giornata di splendido sole che brillava sulla neve di quel felice gennaio, ti ricordi quel meraviglioso 1923 tra studi, e incontri, tra amore e amicizia,  il nostro sole che nascondeva il male nero ed inguaribile che già avvolgeva l’Italia, i nostri amici, le loro belle parole, i limpidi pensieri scritti per le “nostre” riviste, la nostra “Rivoluzione Liberale”, il nostro “Il Baretti” che tante gioie ma poi anche tanti dolori ci portò. Sento la loro voce, Gramsci, Amendola, Salvatorelli, Fortunato, Antonicelli, Salvemini e Sturzo.
Amore e studio, parole e pensieri, idee e progetti, non ci potevamo fermare, non ci potevano fermare l’odio, la violenza, le selvagge persecuzioni fisiche e spirituali, il sole dell’avvenire sempre ci accompagnava.
Caro Piero, sento ancora qui sulla pelle le tue lacrime di gioia, i tuoi occhi brillare così forte che quando ti dissi di aspettare un figlio da te… la luce che essi emanavano oscuravano dubbi, paure, incertezze. Il nostro amato Paolo, che tu non hai mai visto crescere e diventare uomo, sai, caro Piero, fu proprio lui che mi strappo dalla follia, dalla perdita di ogni ragione, Dovevo reagire, lottare, resistere… tutte quelle percosse, tutte quelle torture che subisti, che ti portarono  alla morte in quel terribile febbraio del 1926, quando Paolo aveva solo quaranta giorni di vita, e che senza di lui avrebbero spento per sempre il nostro sole.
Ricordare, studiare, discutere, e fu proprio vedere Paolo che cresceva con ideali cosi belli e puri, con l’aiuto di Benedetto Croce e degli amici più cari che mai ti dimenticheranno. Sai bene che anche con Sergio a cui ora ho donato il cuore, il  programmare, e il vivere è sempre stato e sempre sarà, solo per gli ideali che tu mi hai inspirato…
E le parole si facevano carne, il partito d’Azione, Giustizia e libertà, e dopo l’otto settembre, il sole sulle montagne, la Resistenza, il camminare senza sosta tra valli e monti, non sentire più il freddo, la fame, il dolore, solo il desiderio di liberare l’Italia dal fascismo, dal nazismo, dalla tirannide che tutti i nostri ideali offuscava con morte e soprusi. Dolce Piero ho combattuto, lottato con tutte le mie forze, e Paolo era al mio fianco, senza soste tra neve e pioggia, ma sempre uno squarcio tra le nubi nere, e sempre il nostro sole, che mai mi ha mai lasciato. Sai non ho mai abbandonato la voglia di fermare sulla carta tutti i miei pensieri, la mia azione, e quanto mi piacerebbe che tu potessi leggere con me tutti quelli scritti di sangue e speranze.
E sapessi quante donne, belle, dolci e forti mi hanno aiutato in questo gravoso compito.
Adesso tutto è finito. Il sole brilla forte e caldo nel cielo, siamo donne e uomini liberi, abbiamo pagato tanto, forse troppo, ma è così bello poter riposare un poco qui accanto a te, parlarti, e sentirti felice perché tutto quello che tu hai fatto, non è stato vano.
L’Italia è libera, sono serena, e piena di voglia di costruire e progettare, per noi, per Paolo, per tutti i compagni che non ci sono più e per tutti quelli che sono qui al nostro fianco, sempre pronti a offrire tutto, per far si che sulla nostra bella terra sempre sorga il sole della libertà, dell’eguaglianza, della felicità.
Addio caro Piero, Arrivederci mio amato, a presto.


Ada Gobetti.
Parigi, maggio 1945. 

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Caro Diario, ho conosciuto un ragazzo che arriva da lontano, e il profumo della sua pelle, il suo sorriso strano, mi portano pensieri e visioni di una terra calda che non conosco, mi piace e nello stesso tempo m’inquieta, quando siamo soli, ogni bacio è un discorso, ogni parola è una carezza… Continuiamo a cercarci, e poi subito lunghe discussioni, riflessioni, spesso anche litigate, il suo essere unico, il suo viaggio, la sua patria lontana così bella, ma ancora così oppressa e sfruttata, il suo continuare a cercare la libertà, la vita onesta e bella di un lavoro, di sentirsi “uomo” con tutti e dovunque è continua fonte di ragionamenti e progetti…
Forse e proprio questo che non ci fai mai stare zitti, anche con gli altri, gli amici e i compagni, ma soprattutto anche con chi pensa, e proprio non riesco a capirli, che non siamo tutti uguali, questi qui che comandano, e che continuano a buttare polvere negli occhi.
Questi qui che considerano le donne, oggetti, merce per il supermercato, poi basta un’etichetta colorata e lucida, per attirare attenzioni e trovare qualcuno che compra, fa niente se nella scatola solo il vuoto. Come ci arrabbiamo Karim ed io, caro Diario, tu neanche te lo immagini.
Io studio e lavoro, anche se chiamare lavoro questo schifo di contratto a termine, è davvero un esagerato complimento… si signor padrone, si signor cliente, si signore… 600 euro al mese, che non mi servono neanche per comprare i libri dell’Università… per fortuna che c’è Karim che mi fa ridere… ultimo tra gli ultimi che mi tocca pure pagargli la pizza… Che se non ci fossero papà e mamma, neanche quella potrei pagare, meno male che sono Antifascista e con gli amici abbiamo un bel po’ di progetti per il nostro quartiere, per l’Università, per la nostra vita… e ogni manifestazione ci vede sempre in prima fila.
L’anno scorso mi sono pure iscritta all’ANPI, papà era un secolo che me la menava, ma la voglia mi  è venuta, quando ho cominciato a parlare con la nonna di quello che hanno fatto lei e il nonno, (che mi manca tanto) in una primavera di sessantasei anni fa…
Porca paletta e avevano sì e no la mia età… mi sembra impossibile, comunque anch’io se posso faccio la ribelle, ho litigato pure in posta con i soliti fascisti e razzisti, e poi mi sto davvero appassionando alla storia, quella vera… sono andata pure al congresso dell’ANPI cittadino, e ho visto che adesso le ragazze e i ragazzi come me sono tanti, e con loro è facile lavorare, progettare, sognare un mondo migliore… mi piacerebbe davvero poter contribuire a cambiare in qualche modo, questa triste città, questo strano paese, quest’Italia così bella ma sempre così oltraggiata, davvero io sogno tanto, tantissimo, forse anche più di Karim,
Voglio la natura e non il cemento, voglio una scuola per imparare davvero, voglio lavoro e non sfruttamento, voglio libertà, cultura e arte, voglio cantare, suonare, scrivere poesie, voglio giustizia ed equità, voglio davvero sognare un mondo giusto e bello, voglio amare… avere figli e vivere libera… ti sembra così difficile, mio caro Diario segreto… Mamma dice “apri gli occhi, smetti di sognare” io invece gli chiudo e sogno ancora più forte…
Adesso mercoledì che vado giù all’ANPI vedo come si può per fare avere la tessera a Karim, anche lui è Antifascista, e nel suo paese stanno combattendo ora per la Libertà, come combatterono mia nonna e mio nonno Partigiani in un’Italia di tanti anni fa… che poi la nonna lo dice sempre che non è di sicuro questa l’Italia che volevano e per cui hanno combattuto… E poi si avvicina il 25 aprile la nostra festa, non vedo l’ora di cantare “Bella Ciao” e scendere nelle vie del mio quartiere e della mia città per mio nonno, per i miei cari Partigiani, per tutti noi dell’ANPI, e per tutta questa Italia che chiude gli occhi, stringe i pugni e sogna ancora più forte, proprio come me…

Jessica.
Milano, Marzo 2011.

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ATTENZIONE: pura opera di fantasia… Le lettere di Enrichetta Pisacane e Ada Gobetti non sono documenti storici.  Ho cercato di riportarvi (spero senza errori) alcuni fatti veri e documentati sulla loro storia. Il tutto, avrete capito… è immaginazione. Jessica poi… non esiste, ho meglio… forse esistono tantissime Jessica,  e qualcuna per fortuna la conosco.
Allora diciamo: situazioni inventate che mi hanno permesso di scrivere e magari farvi leggere spero con piacere, un augurio particolare per il 150° della nascita dell’Italia. Tre donne e la loro storia… poi come esile ma tenace filo conduttore il Risorgimento, la Resistenza, l’Antifascismo, per una riflessione sentita su questa tormentata e amata Italia.


Ivano Tajetti.
ANPI Barona. Milano. 

150 anni dell'Unità d'Italia.

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150 anni dell'Unità d'Italia. Questi sono gli auguri di Tecnova


16 marzo 2011

Torino. Congresso nazionale ANPI... Buon lavoro.

La Sezione ANPI Barona. Milano. Augura a tutti i delegati ANPI d'Italia presenti a Torino, un proficuo e importante lavoro... Siamo certi che il nostro Presidente Ivano Tajetti che sarà con voi a Torino, porterà con lui, ancora una volta i nostri ideali, il nostro impegno, la nostra memoria, le nostre speranze... 
Grazie ancora cari compagni... di cuore... buon lavoro, ne abbiamo bisogno.!

I Partigiani e il direttivo ANPI Barona. Milano. 







Rifugi alpini della Valsassina nella lotta di Resistenza Partigiana

dal 25 aprile non si torna indietro...

Se in piazza va l'anima dell'Anpi...



Vorrà pur dire qualcosa, se nella giornata a difesa della Costituzione, nelle piazze Italiane non c'erano le bandiere dei partiti, ma al collo di molti manifestanti, i fazzoletti dell'ANPI? Nessuna autoesaltazione. Ovvio, a tutti noi fa piacere che la nostra associazione conquisti simpatie e adesioni. Ma in quelle piazze c'era qualcosa di ancora più importante dei simboli dell'ANPi. C'era la sua anima. Già vorrà pur dire qualcosa se un giorno migliaia di Italiani sentono il desiderio di far sentire a tutti la loro volontà di difendere la Costituzione scritta con il profumo della libertà: libertà conquistata con le armi in pugno e la fame di democrazia nel cuore. C'era sopratutto questo nelle mille piazze d'Italia che si sono riempite di tricolori. C'era l'orgoglio di chi nei valori della democrazia crede senza se e senza ma. C'era la coscienza pulita di chi continua a pensare che l'Italia nata dalla Resistenza sia una preziosa eredità che non va dissipata, ma che anzi, va difesa e valorizzata secondo gli ideali sanciti dalla Costituzione. C'era la determinazione di chi non vuole arrendersi. In quelle piazze c'era l'anima dell'ANPI.
Michele Urbano

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