Due cornamuse suonano, sembra una nenia natalizia, poi si alza limpido e bello il canto partigiano di “Valsesia”. Dal fondo della sala si cominciano a sentire applausi e saluti concitati: Carlo arriva, Chicca – di fianco a lui – timida e sorridente sembra nascondersi. Comincia così la festa “Grazie partigiano Carlo” una festa, un incontro nato per gioco da una lettera aperta su un social network (grazie a Alessandro Lanzani) e da mille rivoli inaspettati di “bello, sì io ci sarò”) e poi è un crescendo di adesioni, idee, pubblicità e condivisioni, e come al solito il “micidiale” passaparola, e poi il Comitato provinciale dell’ANPI di Milano e Radio Popolare con annunci e spot via etere e, ancora, telefonate, scritti, incontri, pensieri e regali… Ci voleva una festa, e mai come questa volta lo slogan era di gioiosa spinta propulsiva “Molti avevano giurato di fartela. Noi te la facciamo davvero: la Festa!” Così, un martedì sera, in un angolo della periferia milanese, festa di gente, di popolo – fuori dai Palazzi e dalle forme consuete dei discorsi di circostanza – più di quattrocento donne e uomini si sono stretti intorno al Partigiano Carlo, per ringraziarlo di tutto quello che ha fatto con dignità e amore, ancora una volta, per questa Italia. Senza formalità e con tanta spontaneità, con la presenza di delegazioni di Sezioni ANPI da mezza Italia (Montebelluno, Marzabotto, Castel Bolognese, Broni, Zavattarello, Monza e Brianza, Varallo Sesia) e tutte, o quasi, le Sezioni di Milano e Provincia. E poi i Comitati per il No e la mitica “Brigata Prostata” (https://www.facebook.com/groups/1739720062925243/?fref=ts), un gruppo Facebook di antifascisti iscritti o meno all’ANPI – con nomi di battaglia scherzosi riferiti a problemi di salute vari, perché c’era, c’è e ci sarà una sana allegria partigiana – e molti semplici cittadini (per non parlar dei tanti altri che, ahimè, dimentico). Insomma bella gente, a cantare, ridere, abbracciarsi, e sentirsi ancora e sempre un grande NOI. Mille pensieri per Carlo, regalini e stringerlo forte tra le braccia, un bicchiere di spumante, una fetta di panettone, gli auguri per un bellissimo 2017 pieno di Libertà e Costituzione, qualche nodo in gola pensando a chi non c’è più lì con tutti NOI. E poi Carlo che ci saluta con parole e pensieri che ci fanno capire, ancora una volta, perché gli vogliamo così tanto bene, e Chicca che, assorta e commossa, si fa piccola tra le note di Bella Ciao cantata dal coro “Suoni e l’ANPI” ma che da subito diventa urlo corale d’unità tra tutti i presenti. E ancora una volta grazie, grazie Presidente, grazie Partigiano Carlo. Noi ci siamo e ci saremo sempre…
Quella seguente è la lettera che, il Presidente Smuraglia ha inviato a Ivano Tajetti e che – su suo esplicito invito – è stata resa pubblica sui social.
«Carissimo Ivano, ringraziarti per lʼidea, per la realizzazione, per la bellissima e “calda” serata, per tutti quelli che sei riuscito a portare alla Barona, in una serata prenatalizia, sarebbe davvero troppo poco. Ma non esiste altro modo o altra forma di quella che conosciamo e che, in certi casi, ci sembra sproporzionata per difetto. Ti dico “grazie” a nome mio e di Enrica, come espressione di un pensiero sincero, grato e affettuoso. La vita (e talora la stessa ANPI) ci offre anche dispiaceri, preoccupazioni e amarezze, ma una sera come quella che hai messo insieme, le disperde tutte. Soprattutto perché sei riuscito a fare in modo che la serata, da “Festa per il Presidente partigiano” si trasformasse in una serata del senso di appartenenza, dellʼaffetto, della fraternità, dellʼamicizia che ormai sono esclusive dellʼANPI e che non sempre sappiamo far valere. Io sono stato commosso e felice, anche se il mio carattere (che resta, nonostante le apparenze, timido) non mi consente di esprimerlo appieno, come vorrei. Enrica, che era stata incerta se venire perché non si sentiva molto bene, ha finito per superare tutti i suoi malesseri e si è trovata a casa sua, come “Chicca” e non solo come la moglie del Presidente. Insomma, hai fatto un miracolo e di questo ne abbiamo tanto bisogno, in questa Associazione che sta cambiando e che dobbiamo riuscire a tenere ancorata alla sua migliore tradizione e contemporaneamente aperta ad un futuro, che non è quello dellʼapparenza e della visibilità, ma è quello (almeno spero) del ritorno alla civiltà, alla pacatezza e lealtà dei rapporti, ai sentimenti sinceri, alla solidarietà, alla fraternità. Caro Ivano, di tutto questo ti sono (ti siamo) grati; e sono convinto che tutti siano stati bene, anche quelli che venivano da lontano, con un coraggio da leoni e portando doni come (e meglio di loro) dei Re Magi. Ho guardato con calma i doni e li ho trovati deliziosi, proprio perché esprimono tutto ciò che hai detto e manifestato: la voglia di fare un piccolo o grande regalo al Presidente, inteso non come tale, ma come un amico. Grazie di cuore, dunque, per tutto e per una serata che non dimenticherò. Mi piacerebbe poterlo dire a tutti quelli che cʼerano, ma non di tutti conosco nomi e indirizzi. Se avrai modo di estendere le mie parole ad un ambito il più possibile vasto, mi farai un altro, graditissimo, piacere. Un grande abbraccio, anche da parte di “Chicca”
Carlo Smuraglia»